Siracusa - Il Giudice del lavoro di Siracusa, Dott. Filippo Favale, condanna il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la direzione del carcere di Augusta per l’utilizzo dello strumento disciplinare in funzione antisindacale. Con decreto 1979/2023 R.G del 3.08.2023, il Tribunale di Siracusa, in funzione di Giudice del lavoro, ha dichiarato ai sensi dell’art. 28 legge n. 300/70 l’antisindacalità della condotta posta in essere dal Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dalla Casa di Reclusione di Augusta, con conseguente ordine all’Amministrazione resistente di cessazione del comportamento illegittimo e rimozione degli effetti, con IMMEDIATA DISAPPLICAZIONE del provvedimento della sanzione disciplinare della deplorazione irrogato al sindacalista Sebastiano Bongiovanni con decreto n. 24790-2023/I3439/DS04 del 30.5.2023.  Il tribunale condanna il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (in persona del legale rappresentante pro tempore) e la Casa di Reclusione di Augusta (in persona del legale rappresentante pro tempore) alla refusione delle spese processuali sostenute dal Si.P.Pe. - Sindacato Polizia Penitenziaria e dal Si.N.A.P.Pe. - Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria, che liquida in complessivi Euro 1.500,00 per compensi professionali, oltre accessori di legge.
 
Alla base della decisione del Tribunale un provvedimento disciplinare (sospensione dal servizio derubricata poi dal Consiglio Centrale di disciplina con la Deplorazione) irrogato al sindacalista e sovrintendente di polizia penitenziaria Bongiovanni che, nella qualità di dirigente sindacale del SIPPE, affiliato al SINAPPE, rilasciava un comunicato agli organi di informazione, nell’esercizio del diritto di critica e libertà sindacale.
 
L’organizzazione sindacale SIPPE e SINAPPE, assistite dall’avvocato Maurizio Papa del foro di Siracusa, esperto in materia di lavoro, adivano il Tribunale in funzione di Giudice del lavoro affinché accertasse e dichiarasse l’illegittimità del comportamento dell’Amministrazione e ordinasse la cessazione del comportamento illegittimo con rimozione degli effetti e immediata disapplicazione del provvedimento di irrogazione della sanzione ai sensi dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori. 
 
Il Tribunale di Siracusa, affermano il Presidente del SIPPE Alessandro De Pasquale ed il Segretario Generale del SINAPPE Roberto Santini, ha accolto in pieno il nostro ricorso con una decisione che, oltre a non avere precedenti nel Corpo di Polizia Penitenziaria, conferma il principio di libertà sindacale che si è tentato di ledere. Contrariamente a quanto sostenuto dall’Amministrazione penitenziaria, si legge nel decreto, nel provvedimento di irrogazione della sanzione disciplinare, nel comunicato stampa e negli altri scritti non si ravvisano specifici e concreti elementi idonei a far ritenere “…una pubblica campagna denigratoria lesiva del prestigio, dell’onorabilità e della professionalità dei vertici dell’Istituto Penitenziario della Casa di Reclusione di Augusta...”. Secondo il giudice, Sebastiano Bongiovanni si era limitato a denunciare con post e comunicati stampa – in qualità di dirigente sindacale e non nelle funzioni istituzionali lavoratore dipendente – le condotte poste in essere dall’Amministrazione nei suoi confronti, con espressioni sì aspre ma non eccedenti i limiti dell’esercizio del diritto di critica e della libertà sindacale, tutelati dagli artt. 1 e 14 della legge n. 300/1970 e dagli artt. 21 e 39 Cost. 
 
Il sindacalista Bongiovanni sanzionato, secondo il Giudice del lavoro, nella pubblicazione del comunicato stampa e dei post (posti dall’Amministrazione alla base della sanzione disciplinare della deplorazione), ha espresso – quale rappresentante sindacale e non come semplice lavoratore – la propria posizione critica nei confronti del datore di lavoro con linguaggio aspro ma senza tuttavia travalicare i limiti del diritto di critica, nel pieno esercizio della libertà e dell’attività sindacale, senza che possa ravvisarsi una pubblica campagna denigratoria lesiva del prestigio del datore di lavoro, stante appunto il rispetto dei limiti della correttezza formale.
 
Secondo il SIPPE ed il SINAPPE, Bongiovanni sarebbe stato incredibilmente ed artatamente colpito nella sua posizione più debole (quella di lavoratore dipendente) con lo scopo di sfibrare la sua posizione più forte (quella di dirigente sindacale). Tuttavia, giustizia è stata fatta. 
 
Siccome al peggio non c’è mai fine - affermano i due sindacati - la Direzione del Carcere di Augusta, probabilmente indifferente alla decisione del giudice che le ha ordinato di cessare la condotta antisindacale, ha notificato al Bongiovanni un altro rapporto disciplinare per un’intervista che il sindacalista, nelle sue funzioni, aveva rilasciato al quotidiano nazionale La Repubblica. Abbiamo già dato mandato al nostro legale affinché valuti ogni possibile azione e nelle sedi opportune perché siamo davanti ad un comportamento antisindacale senza precedenti. Speravamo - conclude De Pasquale  - che la decisione del giudice potesse rappresentare per l’Amministrazione Penitenziaria un monito e che si potesse  chiudere definitivamente questa pagina triste nelle relazioni sindacali, ma a quanto pare, sembrerebbe in atto una crociata contro la libertà sindacale e i sindacalisti.